75a Borsa Scambio Verona

E dopo le feste arriva la 75a Borsa Scambio

E dopo Santa Lucia, Natale e la Befana che hanno fatto il pieno di giocattoli per figli e nipoti, arriva la festa per noi adulti. Vecchi balocchi dei secoli scorsi, bambole, trenini, soldatini, Action Figures sfileranno in passerella domenica 14 gennaio per la 75a edizione della “Borsa scambio giocattoli d’epoca” di Verona. Presso la Fiera di Verona, in Viale del Lavoro 8 (uscita casello autostradale Verona Sud).
Per noi l’occasione giusta per un tuffo nei ricordi e per i bambini una finestra per scoprire come giocavano i genitori o i nonni. Basti ricordare che già all’inaugurazione della prima ferrovia francese, il 26 agosto 1837, segue la riproduzione di una ditta di Erfurt in Germania di una locomotiva con cinque vagoni mossi da un meccanismo ad orologeria, naturalmente tutto in scala. Così le vetrine dei negozi si popolano di automobiline, navi, aerei, nello stesso modo in cui le distanze sulla terra si accorciano. Col tempo, alle borse scambio di giocattoli d’epoca, il campionario dei partecipanti si è allargato. Non più solo collezionisti, ma anche arredatori e architetti a caccia del complemento d’arredo esclusivo, della testimonianza più raffinata da esibire sul mobile moderno, quasi lo avesse dimenticato il bambino che c’era una volta. Ma alla Borsa non mancano vere e proprie case da bambole, vecchie aule scolastiche con le loro carte geografiche e la lavagna. Interi guardaroba, provenienti dalle sfilate più famose, ma solo in taglie più ridotte. Poi, per gli amanti della velocità, riproduzioni perfette di vecchie Formula 1, ma anche distributori di benzina, interni di box, piccoli meccanici indaffarati, accanto le riproduzioni nelle scale più diverse delle auto recenti.
Tutto questo mondo meraviglioso durerà però solo la giornata di domenica, con apertura gratuita al pubblico dalle 10 del mattino alle 3 del pomeriggio. I ragazzi d’oggi non ci crederanno ma per convincerli che ci fu quel mondo, basta portarli ad una mostra-mercato. Scopriranno così i balocchi costruiti dalla veneta Ingap, acronimo di Industria nazionale giocattoli automatici Padova, che fabbricava carrettini, cucine, automobili di ogni tipo con gli autisti col berrettino, i motociclisti dipinti, col fazzoletto annodato al collo, il pullover a righe sui pantaloni alla zuava. Oltre a Ingap c’erano Alemanni, Marchesini, Ventura, Sommavilla, Mercury, Cardini (“I bambini intelligenti desiderano i giocattoli Cardini” diceva la sua pubblicità) fino a Ferrari di Casalpusterlengo che faceva le Jeep degli alleati con gli avanzi delle scatole, proprio come fanno oggi in Africa. Perché eravamo poco più che poveracci, anche se molti fanno finta di non saperlo. Ma il tempo del gioco era sacro. C’erano i giochi d’inverno e quelli d’estate. Nei mesi più freddi il cavallo a dondolo, le auto o i trenini, l’estate, sulla la sabbia, si giocava con il secchiello e le palette. Un mondo colorato che ripropone la creatività italiana, e non solo, come vero e proprio fenomeno di costume, dalla realtà rurale di inizio secolo fino agli albori del boom economico del secondo dopoguerra, fino ai giochi più recenti: il mondo di Guerre stellari, le costruzioni in Lego, i personaggi dei Cartoons. Tutto questo sarà possibile vedere alla Borsa Scambio di Verona.